Vampeta si racconta: Ronaldo, Inter, alcool, gay e trans

 

In questa intervista fatta a Vampeta, l’ex calciatore e ora presidente dell’Audax, ha raccontato molti aneddoti riguardanti la sua carriera calcistica ed extracalcistica.

 

Perché ha avuto un’esperienza breve all’Inter?
“Dopo un allenamento Tardelli, l’allenatore all’epoca appena arrivato, mi disse che non mi conosceva proprio. Io gli risposi che neanche io lo conoscevo e me ne andai. Rimasi 7-8 mesi all’Inter. A chiedere il mio acquisto era stato Lippi, che se ne andò dopo il primo k.o., non Tardelli. Con lui ero demotivato. Avevo delle altre chance in Italia, come Fiorentina e Roma. Sarei potuto andare in Spagna ma finii al Psg. Poi tornai in Brasile per giocare di nuovo al Corinthians e vincere il Mondiale con la Seleção nel 2002. Entrai con la Turchia al debutto della nazionale in quella coppa. Allora ricordo tantissimi stranieri all’Inter: Zanetti, Zamorano, Recoba, Cordoba, Frey… Gli italiani invece erano pochi: Pirlo, Vieri, Di Biagio. Diventai amico di Robbie Keane, l’irlandese. Io non parlavo né l’inglese, né l’italiano. Ci capivamo a gesti, scambiando qualche parola”.

E del suo amico Ronaldo, il Fenomeno, che ricorda?
“Era infortunato, perse tutta la stagione. Rimase molto tempo in Brasile per recuperare. Però avevamo giocato insieme al Psv nel ’94-95. Una volta andai a casa sua, in un condominio dove abitavano pure Dida, Roque Junior e altri. Ero già sbronzo quando andai a pigliare una bottiglia di vino dalla sua cantina. E me la scolai. Ma era il vino regalatogli da papa Giovanni Paolo II in una visita in Vaticano… Ronaldo si incazzò, voleva che gliela pagassi. Ma il vino sapeva d’aceto…”.
Un’altra volta lei lo prese in giro dopo la notte del 2008, quando Ronaldo «flirtò» con dei trans.
“Sì, Ronaldo mi invitò a cena in un ristorante. Era con 5 donne. Quando li incontrai avevo già bevuto 3-4 caipirinhas e gli chiesi: “Chi sono le donne e chi sono i trans? Io voglio stare solo accanto alle donne”. Le ragazze se la risero di gusto. Ronie un po’ meno, ma scherzavo…”.
Lei nel 1999 posò nudo per una rivista gay.
“Sì, ma non sono mai stato gay. Però ho una sorella lesbica e ovviamente la rispetto come tutti gli omosessuali”.
Come è diventato dirigente?
“Sono amico della famiglia Teixeira (non l’ex presidente della federcalcio,ndr), proprietaria dell’Audax. Sono stato anche presidente dell’Audax di Rio. Tutti i presidenti di club dovrebbero essere remunerati”.
Non vuole fare più l’allenatore?
“Sono stato allenatore della Under 20 del Corinthians e del Nacional di San Paolo (Serie B paulista, ndr). Ma mi sono presto reso conto che non volevo fare il tecnico”.
E sabato scorso in semifinale col Corinthians, sua ex squadra, per chi ha tifato?
“Per l’Audax quando l’Audax era in attacco e per il Corinthians quando attaccava il Timao… L’unico a non aver perso la partita prima del match sono stato io”.
Quali sono gli obiettivi dell’Audax ora?
“Con il buon campionato paulista disputato siamo riusciti a qualificarci alla Serie D nazionale (ultima divisione dei tornei brasiliani, ai quali si accede dai campionati statali, ndr). Siamo già nella massima divisione di San Paolo e a livello nazionale intendiamo salire ogni stagione”.
Allora a quando nel Brasileirão?
“Soltanto Dio lo sa. Ma la nostra squadra gioca in modo simile ai professionisti fin dalle categorie giovanili. Il 70 per cento dei giocatori sono con noi da tanto tempo. Giochiamo in un stadio da 15 mila spettatori (a Osasco, periferia della città di San Paolo, ndr) grazie a una concessione del municipio. Abbiamo pure un buon centro di allenamento. E un tecnico, Fernando Diniz, 42 anni, di cui sentirete presto parlare ad alto livello. Allora proviamo a continuare così, a vincere e poi si vedrà”.

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