Il Derby d’Italia non è mai una partita come le altre. Juventus e Inter arrivano all’appuntamento con stati d’animo diversi ma con un obiettivo comune: dimostrare di essere la squadra da battere.
I bianconeri sognano la terza vittoria consecutiva, utile a blindare la vetta e alimentare l’entusiasmo dei tifosi. I nerazzurri invece cercano il pronto riscatto dopo il passo falso interno con l’Udinese. Una caduta rumorosa, che ha spento l’euforia generata dal 5-0 al Torino. Stavolta, però, più che gli attacchi scintillanti, potrebbe essere la solidità difensiva a decidere il match.
Juve, la rinascita con Bremer
Il ritorno da titolare di Gleison Bremer ha dato grande forza all’ambiente. Il centrale brasiliano ha finalmente lasciato alle spalle i dieci mesi di stop, restituendo equilibrio e sicurezza a un reparto che, con lui, cambia volto.
I numeri parlano chiaro: con Bremer in campo la Juventus subisce in media 0,3 gol a partita e vince nel 70% dei casi. Senza di lui la musica cambia: media gol incassati che sale a 1,1 e percentuale di vittorie che precipita al 43%. Dati che confermano come il brasiliano sia il vero leader silenzioso della retroguardia bianconera.
I clean sheet ne sono la prova: 46 partite senza subire gol su 93 disputate da titolare. In Serie A la percentuale è ancora più impressionante, con 38 gare a porta inviolata in 68 presenze. Senza di lui, la scorsa stagione, i bianconeri hanno sofferto, incassando 48 reti in 41 gare.
Contro l’Inter toccherà a Bremer il compito di fermare Lautaro Martínez, cliente scomodissimo per chiunque ma spesso poco incisivo contro la Juve. Il “Toro” ha segnato solo due volte in quattordici confronti di campionato.
Inter, Akanji subito uomo chiave
Se la Juve ha ritrovato il suo totem, l’Inter risponde con la sorpresa finale di mercato: Manuel Akanji. Strappato al Milan e arrivato dal Manchester City, il difensore svizzero è stato chiamato a colmare il vuoto lasciato da Pavard. Chivu non vuole perdere tempo e pensa di lanciarlo subito dal primo minuto, nonostante i pochi allenamenti alle spalle. Una scelta coraggiosa, ma forse necessaria: dopo i due gol presi dall’Udinese, la difesa nerazzurra ha bisogno di certezze.
Akanji, del resto, offre esperienza internazionale ed è un profilo di grande affidabilità. Con la Svizzera è reduce da due vittorie senza subire gol, impreziosite da una rete personale. In Premier League, lo scorso anno, ha chiuso con un impressionante 94% di precisione nei passaggi, segno di un difensore moderno, capace non solo di chiudere ma anche di costruire.
Il suo debutto nell’assetto a tre di Chivu potrebbe rivelarsi determinante, soprattutto nel contenere l’imprevedibilità di Yildiz e la fisicità di David. Non sarà semplice, ma il carattere non gli manca.
Tenuta mentale decisiva?
Una sfida che promette di essere più una battaglia di nervi che di colpi spettacolari. La Juventus parte con la solidità di un blocco che sembra tornato ai fasti di un tempo, ma l’Inter non vuole fare da comparsa. La differenza la farà la tenuta mentale: se la Juve riuscirà a mantenere la porta inviolata, avrà più chance di colpire con i suoi attaccanti. L’Inter, invece, dovrà affidarsi subito al carisma di Akanji per dimostrare che non bastano due gol subiti per minare un progetto.