Scudetto conquistato. Chi l’avrebbe mai detto a inizio stagione? Eppure, ecco il quarto tricolore della storia partenopea che sventola orgoglioso sul San Paolo. C’è chi parla di “miracolo napoletano”, e francamente ha ragione.
Il vero miracolo però porta la firma di Antonio Conte. L’allenatore salentino ha tirato fuori il coniglio dal cilindro con una rosa oggettivamente inferiore a quella dell’Inter, del Milan e pure della Juventus. Ha ripetuto l’impresa del 2011-2012 con i bianconeri: prendere una squadra arrivata settima l’anno prima e portarla sul tetto d’Italia. Anzi, stavolta era pure peggio: il Napoli partiva dal decimo posto.
Un confronto con lo scudetto di Spalletti
Vogliamo paragonare questo trionfo a quello di Spalletti? L’unica cosa in comune è la gioia inaspettata. La squadra dell’attuale CT azzurro era tre spanne superiore a questa. Osimhen aveva fatto 31 gol, Kvaratskhelia ne aveva aggiunti 11, e dietro c’era il muro Kim Min-jae. Il georgiano poi ha pure mollato tutto a gennaio per il PSG, lasciando Conte con un “buco” enorme sulla fascia.
Certo, l’Inter ci ha messo del suo per regalare lo scudetto ai napoletani. I nerazzurri, spremuti come limoni dalla corsa alla finale di Champions, hanno buttato via punti preziosi dopo aver riconquistato la vetta. Le sconfitte con Bologna e Roma hanno deciso tutto. Due partite dove si vedeva la stanchezza a occhio nudo, più mentale che fisica.
Gli errori di Inzaghi pesano come macigni
Dall’altra parte però le cose non andavano lisce come l’olio. Tra le uscite polemiche di Conte e la difficoltà del Napoli a segnare, l’Inter aveva il dovere di chiudere i conti. È la squadra più forte d’Italia sulla carta, aveva tutto per dare la spallata finale.
Forse Inzaghi doveva osare di più con il turnover. Ha preferito la via sicura, probabilmente per la poca fiducia nelle seconde linee che hanno visto più panchina che campo. Scelta comprensibile ma alla fine perdente.
Ora all’Inter resta solo la Champions League per salvare una stagione che rischia di diventare un fallimento totale. Supercoppa persa contro il Milan (dal 2-0 al 2-3), eliminazione dalla semifinale di Coppa Italia e, ora, anche il campionato scivolato via per un punto. Una mazzata.
La finale di Champions decide tutto
A Napoli è festa grande, a Milano regna il silenzio tombale. Pochi credevano nel miracolo, ancora meno nello spareggio finale. Ora ci sarà una settimana di passione pura fino alla finale contro il PSG.
Una partita aperta, anche se l’Inter parte leggermente favorita nei pronostici. Attenzione però: i parigini sono una squadra solida e organizzata, con Donnarumma tra i pali che ha parato di tutto e di più. Inzaghi non sottovaluterà l’avversario, ma dovrà stare attento al palleggio parigino, simile a quello del Barcellona ma con una differenza sostanziale: dietro sanno difendere davvero.
Il gran finale di campionato
La Serie A 2024-25 non è ancora finita del tutto. Domani ci saranno Milan-Monza e Bologna-Genoa, partite che contano poco ai fini della classifica. Domenica invece si decide tutto per Champions e salvezza.
La Juventus, attualmente quarta, va a Venezia. Entrambe devono vincere: i bianconeri per blindare il quarto posto, i lagunari per sperare nella salvezza. Roma e Lazio aspettano il passo falso degli uomini di Tudor, impegnate rispettivamente contro Torino e Lecce.