C’è molto più di un trofeo in palio questa sera alle ora 21:00 a Bilbao. Manchester United e Tottenham si giocano il futuro in una finale che sa di ultima spiaggia.
Riflettiamo un attimo: due giganti del calcio inglese ridotti al 16° e 17° posto in Premier League. Una stagione da incubo. Solo i disastri di Leicester, Ipswich e Southampton hanno evitato loro l’umiliazione della retrocessione. Se non fosse così, non ci crederebbe nessuno. La posta in gioco? Un posto in Champions League che vale oro. Letteralmente.
“Questa partita influenzerà i prossimi due o tre anni di entrambi i club”, avverte Gary Neville, voce storica dello United. Senza i soldi della Champions, addio investimenti importanti. E senza investimenti, il rischio è restare fuori dal grande calcio a lungo.
Manchester United: altri licenziamenti in arrivo
Lo United non ha mai vissuto un periodo così buio nell’era moderna. In 35 anni, solo una volta era rimasto fuori dall’Europa. E le casse piangono già. Jim Ratcliffe, comproprietario dei Red Devils, ha tagliato 250 posti di lavoro l’anno scorso. Altri 200 licenziamenti sono in arrivo. “Senza questi tagli, avremmo finito i soldi entro Natale”, ha confessato il miliardario britannico.
Adesso, all’Old Trafford serve una rivoluzione dentro e fuori dal campo. C’è il progetto faraonico per uno stadio tutto nuovo da 100.000 posti. Prezzo? Due miliardi di sterline. Sul campo le cose non vanno meglio. Ruben Amorim ha raccolto in 26 partite di campionato soltanto 6 vittorie. “Per me la Champions League è più importante del trofeo”, ammette candidamente l’allenatore. “È il modo più veloce per tornare grandi”.
I numeri gli danno ragione. La vittoria a Bilbao potrebbe valere 70 milioni di sterline. Forse di più. Lo scorso anno lo United ha incassato 52 milioni solo per aver partecipato alla fase a gironi della competizione più prestigiosa. Da allora, la UEFA ha aumentato partite e premi. “Una buona stagione in Champions può valere ben oltre 100 milioni”, spiega Kieran Maguire.
Daniel Levy nel mirino dei tifosi del Tottenham
Il Tottenham non se la passa meglio. Daniel Levy, il presidente, è nel mirino dei tifosi da anni. L’accusa? Pensare più ai bilanci che ai trofei. Gli Spurs non alzano una coppa da 17 anni. Un’eternità.
Eppure il club è cresciuto enormemente a livello commerciale. Il nuovo stadio ospita concerti e match di boxe. Nonostante questo, ha accumulato oltre 100 milioni di perdite nelle ultime due stagioni. “Non possiamo spendere ciò che non abbiamo”, ripete Levy come un mantra.
Questa sera una delle due squadre ritroverà la luce. L’altra sprofonderà nel buio, con un futuro incerto davanti. La finale non è solo calcio. È sopravvivenza. Novanta minuti di gioco che valgono anni di progetti, investimenti e sogni di gloria. Per i tifosi di entrambe le sponde, un’attesa snervante.
Cosa succederà a Bilbao? Chi risorgerà dalle ceneri di una stagione fallimentare? Il calcio moderno è crudele. Non concede seconde chances. O sei dentro, o sei fuori. E restare fuori, nel 2025, potrebbe essere un disastro senza precedenti per club di questo calibro.