Jamie Vardy ci spiega il suo rituale portafortuna con redbull e alcool

 

Jamie Vardy: “Il giorno della partita, se si gioca alle 3, appena sveglio bevo una lattina di redbull e in 30 secondi l’ho già finita. Non faccio colazione e non mangio nulla fino alle 11:30. A quell’ora mi faccio una frittata con prosciutto e formaggio, oltre che uno stufato di fagioli. Poi segue un’altra redbull che va via sempre rapidamente. Mentre aspetto e ammazzo il tempo mi faccio un doppio espresso con Wasilewski. Un’ora e mezza prima del fischio d’inizio andiamo nello spogliatoio. Quello è il momento della terza redbull, che però sorseggio lentamente fino al riscaldamento e ne lascio sempre un sorso per dopo. In definitiva 3 redbull, un doppio espresso, una frittata e uno stufato di fagioli sono quello che mi fa correre il giorno della partita”.

Non posso dire il motivo per cui ha iniziato, perché davvero non lo so, ma ho deciso di bere un bicchiere di porto, alla vigilia di ogni partita nella stagione 2015-16. Io non sono normalmente superstizioso, ma dal momento in cui ho segnato contro il Sunderland, all’esordio, non ho più voluto cambiare nulla. Riempio una piccola bottiglia di plastica e sorseggio del porto mentre guardo la televisione. Mi aiuta a staccare la spina e a dormire un po’ più facilmente la sera della vigilia. Quando ebbi il periodo di astinenza dal gol avevo tre bottiglie di vodka a casa e ci ho messo un sacco di Skittles (una marca di caramelle di vari colori) all’interno. Solo le rosse e le viola, perché non mi piacciono gli altri colori. Quando mi annoiavo a casa prendevo un bicchiere e me la gustavo”.

E Ranieri? – “Ormai Claudio Ranieri era il tecnico da un po’ di mesi e aveva imparato a conoscerci abbastanza bene. Un giorno mentre stavo seguendo la mia routine mi ha detto di spegnere la radio nello spogliatoio. L’ho guardato confuso e lui mi ha detto: “Parli sempre, sei come una fo****a radio”. Ecco il mio nuovo soprannome. Ho imparato qualche parola d’italiano. Gli dirò bast***o quando mi chiamerà così e ci faremo una risata. Ma so che non potrò calcare troppo la mano”.

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