L’allenatore azzurro Antonio Conte è pronto a lasciare la panchina della nazionale italiana di calcio già dal prossimo aprile, nonostante la qualificazione agli Europei di Francia 2016 già in tasca.

Fra le ragioni che stanno spingendo il tecnico pugliese a mollare, sicuramente la grande voglia dell’attuale commissario tecnico azzurro di tornare a respirare aria di campo e potere allenare una squadra tutti i giorni, e non soltanto per pochi giorni l’anno, come accade con la nazionale.

Oggi Conte può vantare un contratto con la nazionale da 4 milioni netti di euro all’anno, il 50% pagato dalla Figc mentre  l’altra metà dalla Puma. Nel contratto, inoltre, è presente la clausola che la Figc, detentrice dei diritti d’immagine, possa ‘utilizzare’ la figura del tecnico azzurro a beneficio di quattro diversi sponsor anche se fino ad ora solo la Puma ha tratto vantaggio dalla sua immagine mentre  gli altri due sponsor della nazionale, Fiat e Tim, ancora no, e questo da sicuramente spunti di riflessione.

Antonio Conte è infastidito anche dall’atteggiamento dei club, che troppo spesso si rifiutano di assecondare le proprie richieste, tra ripicche e polemiche. La sua idea di dare spazio a degli stages è caduta nel vuoto, tra critiche e silenzi che hanno fatto male al c.t. azzurro, in un clima, tra l’altro avvelenato dalle inchieste giudiziarie di Cremona che lo vedono imputato per frode sportiva.

I top club europei pronti ad offrire a Conte un contratto faraonico

E poi da ultimo c’è anche il nodo del contratto che non è stato rinnovato. Il tecnico leccese vanta molte pretendenti tra i top club con Bayern Monaco, Chelsea, Manchester City su tutte, ma anche dall’Italia non manca di certo l’interesse di Roma e Milan.

Mentre intanto Tavecchio sfoglia la margherita con i nomi dei successori che annoverà pezzi da novanta del calibro di Ancelotti, Spalletti, Allegri e Montella e così via. “Siamo servi di tutti ma schiavi di nessuno” ha ribadito Tavecchio alla stampa sull’ipotesi di un addio di Conte, aprendo di fatto la corsa alla successione.