Italia

L’Italia ha vinto come da pronostico. Certo, ci si aspettava una goleada ma, evidentemente, la Moldavia è un po’ indigesta agli azzurri. Mentre la Norvegia gli ha rifilato ben 16 reti, subendone solo una, la Nazionale è riuscita a farne solo 4. 12 in meno, che spiegano perché arriveremo secondi anche battendo Haaland & Co.

Regole da cambiare

Il problema però non è la differenza quasi abissale fra l’attacco norvegese e quello azzurro. È il regolamento messo nero su bianco dalla Fifa. In passato, a parità di punti, passava la squadra che aveva la migliore differenza reti negli scontri diretti. Poi venne cambiato per premiare chi segna di più e subisce di meno in tutti i match di qualificazione.

Lungi dall’essere o non essere d’accordo, ciò che è assurdo è ben altro. L’Italia, se batterà la Norvegia domenica 16 novembre a San Siro, avrà racimolato 21 punti su 24 disponibili. Nessun’altra delle seconde dei gironi a 5 riuscirebbe a fare meglio.

È un regolamento che andrebbe cambiato. Capiamo che la Fifa ci tenga particolarmente ad “accogliere” Paesi da tutto il mondo alla fase finale del Mondiale. Però, una competizione con l’Uzbekistan e senza l’Italia è veramente fuori da ogni logica.

Non stiamo dicendo che dovremmo avere il pass di diritto, ci mancherebbe. Però, se Mondiale a 48 squadre sarà, deve essere più equilibrato nella sostanza. Certo, non c’è scritto da nessuna parte che l’Argentina rifilerà 10 reti all’Uzbekistan in caso di accoppiamento nello stesso girone. Però, le probabilità sono alte.

Insomma, chi raccoglie così tanti punti nel proprio girone di qualificazione dovrebbe almeno avere il posto migliore in prima fila tra i papabili a partecipare alla kermesse calcistica del prossimo anno.

La strada non è difficile, ma i precedenti non rassicurano

Il 20 novembre conosceremo le nostre avversarie nella corsa ai Mondiali 2026. Visto che l’Italia è in prima fascia, in semifinale, che giocheremo in casa, dovremmo incontrare una tra Galles, Romania, Svezia e Irlanda del Nord, le quattro ripescate dalla Nations League. Se passiamo, incontreremo in finale una tra Scozia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Albania (seconda fascia) o Macedonia del Nord, Islanda, Bosnia ed Erzegovina e Kosovo (terza fascia).

Tutti avversari alla nostra portata. Il problema è che i precedenti, soprattutto quello del 2021, non rassicurano. La Svezia ci eliminò nel 2018 dopo averci battuto 1 a 0 in casa e inchiodati sullo 0 a 0 a San Siro. Un’eliminazione non proprio inaspettata, visto i problemi interni tra l’allora commissario tecnico Ventura e i giocatori.

Quella che brucia tantissimo è la sconfitta in casa contro la Macedonia del Nord del 24 marzo 2022. Dopo un assedio durato 90 minuti, però con poche occasioni create, subimmo il gol nel recupero. Certo, passando, l’ultimo ostacolo sarebbe stato difficilissimo da superare, ossia Ronaldo e il suo Portogallo. Ma la finale era d’obbligo da freschi campioni d’Europa.

Detto questo, non ci resta che incrociare le dita e sperare che stavolta la fortuna ci dia una mano. È un’era di pochezza tecnica e ne abbiamo bisogno.

Di Petrus

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