Il Barcellona doma la Juventus e vince la quinta Champions della sua storia

 

Il Barcellona batte  per 3-1 la Juventus nella finale di Berlino, e fa sua per la quinta volta nella storia, la Champions League, superando una Juventus determinata, ma sfortunata nei momenti decisivi del match, che ha accarezzato il sogno di potere vincere la terza coppa dei campioni della propria storia, ma che non esce affatto ridimensionata da un Barcellona, che si è espresso ancora una volta su livelli stratosferici.

Pronti via e la Juventus dà subito l’illusione di tenere il campo con disinvoltura, con il Barcellona apparentemente in fase d’attesa. Ma al primo vero affondo in area di rigore, un inserimento da manuale di Iniesta consente a Rakitic,ben piazzato in area di rigore, di battere a rete e superare l’incolpevole Buffon. Il Barcellona ora dà l’impressione di tenere il campo con maggiore autorevolezza, e controlla il gioco con la Juventus vanamente protesa alla ricerca di ripartenze, con gli azulgrana concedono poco.

La Juventus avrebbe con Morata una occasione propizia di rimessa che la squadra bianconera potrebbe capitalizzare meglio, ma serve Vidal dal limite che sparacchia alto sopra la traversa, anzichè servire Tevez, ben piazzato in area. Il Barcellona potrebbe raddoppiare in almeno tre circostanze con Suarez e Neymar, ma Buffon è in serata di grazia e nega la possibilità al Barça di chiudere la pratica in anticipo. Il Barcellona chiuderà la prima frazione di gioco con il 70% di possesso palla. Un dato inequivocabile che dimostra la netta superiorità del centrocampo catalano.

La Juventus soffre il palleggio ossessivo degli azulgrana, e Vidal in più occasioni è costretto a ricorrere a falli evidenti che gli valgono l’ammonizione e più volte il rischio di finire la gara sotto la doccia anticipatamente.

Nella seconda frazione la Juventus sposta in avanti il baricentro del gioco, e inevitabilmente mostra al fianco alle ripartenze di Messi e compagni, che costringono a più riprese Buffon a superarsi per mantenere il risultato in bilico.

Poi arriva l’inatteso pareggio dei bianconeri, grazie ad una intuizione di Marchisio, che serve di tacco lo smarcato Lichtsteiner, il cui traversone viene raccolto da Tevez che scarica a botta sicura in porta. La respinta dell’estremo difensore catalano viene prontamente ribadita in rete da Morata, che illude i tifosi bianconeri, e riapre la finale. Ma la gioia dura poco. La Juve attacca e dà l’impressione di potere scrivere un’altro finale alla gara e avrebbe l’opportunità di passare in vantaggio. Pogba viene trattenuto in area di rigore al momento di girarsi, ma Cakir nega un rigore che è parso evidente anche dopo avere visionato la moviola. Sull’azione seguente, Messi coglie di sorpresa in velocità la difesa bianconera e conclude a botta sicura su Buffon che respinge ancora una volta, ma trova pronto il killer Suarez che scarica in rete la corta respinta dell’estremo difensore.

Il risultato sorride nuovamente al Barça che a più riprese sfiora la rete del ko. La Juventus prova a mordere per rimettere in equilibrio il risultato, ma la difesa del Barcellona si difende con ordine e non bastano ben 6 minuti di recupero per riacciuffare il pareggio. Anzi è il Barcellona che archivia la pratica, realizzando la terza marcatura con Neymar, che in splendida solitudine supera Buffon e regala il triplete al Barcellona. Le lacrime dei giocatori bianconeri bagnano la delusione di tutti i sostenitori bianconeri, accorsi in massa a Berlino. Una finale che lascerà strascichi polemici per il rigore non concesso a Pogba e per alcune falle difensive di troppo che hanno agevolato il compito del Barcellona. Ci sarà tempo per i processi, ma Berlino regala la certezza che la Juventus di Allegri esce delusa ma a testa alta da questo appuntamento con la storia, dimostrando di avere limato in modo evidente il divario che la separa dai top club del mondo. C’è ancora tanta strada da fare, ma Berlino rimane un ottimo punto di partenza.

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