Il direttore sportivo presenta la sua visione: Modric primo tassello di un progetto ambizioso
L’uomo giusto al momento giusto. Igli Tare parla da centravanti anche quando veste i panni del dirigente. Diretto, pragmatico, con la concretezza di chi ha calcato i campi e conosce le dinamiche dello spogliatoio. Nella sua prima uscita informale con i giornalisti da direttore sportivo del Milan, l’ex attaccante albanese trasmette l’entusiasmo di chi realizza un sogno d’infanzia e la consapevolezza delle responsabilità che comporta guidare la direzione sportiva di un club storico.
“La storia gloriosa del Milan mi dà una responsabilità enorme”, confessa con sincerità, “per dare il massimo e contribuire a portare la società dove merita, ai vertici del calcio italiano ed europeo”. Parole che delineano subito l’orizzonte delle ambizioni rossonere.
Modric, il colpo che cambia gli equilibri
Un Pallone d’Oro per alzare l’asticella. Il primo grande acquisto della gestione Tare porta il nome di Luka Modric, scelta non casuale per chi vuole ricostruire partendo dai valori e dalla mentalità vincente. “Ho parlato con lui di persona, ho visto un ragazzo con tanta voglia di essere competitivo”, racconta il ds. “La prima domanda che Luka mi ha fatto è stata: ‘saremo una squadra costruita per vincere il campionato?’. Ha vinto sei Champions e vuole fare da subito il protagonista”.
Un segnale chiaro di come le Scommesse di Legiano ci fanno capire che il Milan non intenda accontentarsi di partecipare ma punti decisamente a tornare protagonista, proprio mentre altre realtà come Salernitana e Sampdoria lottano nei playout di Serie B per non retrocedere ulteriormente.
La rivoluzione a centrocampo
Qualità e intensità al centro del progetto. “La posizione a cui teniamo di più è il numero 6, il centrocampista davanti alla difesa, poi sistemeremo il resto”, spiega Tare tracciando le coordinate del mercato. “Il centrocampo è il reparto in cui cambieremo di più, vogliamo aumentare la qualità di gioco”.
Una rivoluzione che dovrà compensare la partenza di Reijnders, con una precisazione importante su Loftus-Cheek: “Uno dei centrocampisti più completi nel panorama europeo, può essere fondamentale per la stagione”. In bilico invece la posizione di Musah: “Ottimo giocatore ma stiamo cercando calciatori con caratteristiche per il progetto con Allegri. Cerchiamo mediani bassi da centrocampo a tre”.
Difesa nuova, attacco da ridisegnare
Terzini giovani e un nuovo centravanti. La ricostruzione rossonera passerà inevitabilmente da una difesa rinnovata: “Interverremo su terzino sinistro e terzino destro. I terzini dovranno essere giovani, funzionali al sistema di gioco, di prospettiva”. Su Theo Hernandez, Tare non si nasconde: “La cessione non è ancora definita, stiamo lavorando”, confermando le voci di una sua possibile partenza.
Per quanto riguarda l’attacco, Tare puntualizza: “Stiamo cercando un giocatore da mettere in competizione con Gimenez, in cui abbiamo massima fiducia. Dovrà essere un centravanti vero, che fa la differenza dentro l’area e aiuta a far salire la squadra”. Nessun riferimento a nomi come Vlahovic o Kean, segnale che la ricerca si sta orientando altrove.
I pilastri del nuovo corso
Maignan e Leao, certezze su cui costruire. Tare spazza via i dubbi sui due gioielli rossoneri: “Maignan non è in partenza, giocherà nel Milan anche nella prossima stagione”. Su Leao, le parole sono ancora più entusiastiche: “Penso che sia un campione vero, sono pochi nel calcio i giocatori che decidono le partite da soli. Rafa è fondamentale per la squadra e il progetto. Non ha ancora fatto vedere quello che può fare”.
Una conferma importante per i tifosi, che vedono nei due giocatori i pilastri su cui costruire il futuro, insieme ai nuovi arrivi programmati.
La filosofia di gioco e gli obiettivi
Dominare con qualità e compattezza. “Non ci dobbiamo nascondere, sarà importante essere competitivi da subito”, dichiara Tare delineando le ambizioni per la nuova stagione. “In partenza volgiamo giocare con un centrocampo a tre ma trasformabile durante le partite. La squadra deve essere compatta, dominare le partite, avere giocatori di grande palleggio”.
Una visione che rispecchia il DNA del club e le caratteristiche dell’allenatore scelto: “Il campionato ci può dare grandi soddisfazioni, dobbiamo essere protagonisti da subito e trasmettere entusiasmo ai tifosi”.
Il senso di appartenenza come valore fondante
Un Milan che torni alle radici. In chiusura, Tare rivela il suo legame emotivo con il club: “Ho realizzato un sogno, lavorare nel club che ho tifato da bambino. Mi piace molto il senso di appartenenza e cerco di trasmetterlo. Bisogna portare giocatori che si riconoscano nella storia del Milan”.
Parole che risuonano come una dichiarazione programmatica: il nuovo Milan sarà costruito non solo su basi tecniche e tattiche, ma anche su un rinnovato senso di appartenenza, capace di ricollegare presente e passato glorioso.