Mondiale per club

Stanotte si alza il sipario sul nuovo Mondiale Fifa per club negli Stati Uniti. Inter Miami contro Al-Ahly, ore 2 italiane. Trentadue squadre, un miliardo di dollari in palio e una domanda che in tanti si pongono: interessa davvero a qualcuno?

Perché diciamocelo chiaramente: questo torneo puzza di artificio lontano un miglio. È l’ennesima creatura partorita dalla fantasia di Gianni Infantino, quel simpatico ex impiegato che per una serie di coincidenze si è ritrovato a comandare il calcio mondiale. E ora va in giro come se fosse il segretario generale dell’ONU, sventolando sempre la stessa bandierina: soldi, soldi, soldi.

Il paradosso degli spalti vuoti

Il paradosso è clamoroso. Da una parte abbiamo un evento che interessa a malapena al pubblico americano. Infatti, per la partita d’apertura sono stati venduti solo 20 mila biglietti su 65 mila disponibili, tanto che sono arrivati ai saldi: compri un biglietto da 20 dollari e te ne danno altri quattro gratis. Dall’altra, le squadre europee stanno già facendo la fila per entrare nella prossima edizione, chiedendo di allargare da 32 a 48 i posti disponibili.

La fame di soldi dei big

Arsenal, Barcellona, Liverpool, Manchester United, Milan: tutte tagliate fuori da questa prima edizione e tutte che sbavano per entrare. Il motivo? Mica l’amore per il calcio o la voglia di confrontarsi con club di altri continenti. No, è tutto per quell’assegno da 125 milioni di dollari che può portare a casa chi vince il torneo.

È il solito circolo vizioso del calcio moderno: servono ricavi mastodontici per alimentare spese ancora più enormi. I club hanno bisogno di questi soldi come l’ossigeno, non importa se magari il torneo è una boiata pazzesca che non interessa a nessuno. Tanto poi quei milioni finiscono subito nelle tasche dei procuratori e negli stipendi folli dei giocatori.

Infantino e la sua crociata

Infantino, dal canto suo, continua imperterrito la sua crociata. Parla solo il linguaggio dei soldi e quando gli chiedono se non stia esagerando con tutti questi tornei (scommettiamo che non ha ancora mollato l’idea del Mondiale ogni due anni?), lui risponde sempre allo stesso modo: “Guardate quanto gireranno di soldi!”.

Il bello è che i dirigenti di Dazn, che hanno sborsato un miliardo per l’esclusiva globale, si stanno già mangiando le mani. Praticamente stanno pagando di tasca loro il montepremi, sperando che qualcuno guardi questo spettacolo.

Un gigante dai piedi d’argilla

E qui sta il punto: questo Mondiale per club rappresenta tutto quello che non va nel calcio di oggi. Un gigante dai piedi d’argilla, costruito sulla sabbia della megalomania e del profitto a tutti i costi. Un evento che nessuno ha mai chiesto, che serve solo ad alimentare un sistema economico malato, dove i debiti si ripagano con altri debiti e i ricavi folli giustificano spese ancora più folli. Stanotte inizia questo circo. Vedremo se qualcuno avrà la pazienza di guardarlo.

Di Petrus

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