Stephan El Shaarawy è in gran forma! Ancora in gol in amichevole

La bellezza del calcio è che per qualcuno il Felice Chinetti di Solbiate Arno può diventare magico e importante come il Philips Stadion di Eindhoven. La bellezza del calcio spesso arriva dopo la sofferenza, e certe volte la rinascita ha un sapore ancora migliore del trovarsi al top: perché significa che ci sono le forze fisiche e mentali per tornare quelli di prima. Stephan El Shaarawy ci ha pensato tanto lungo questi mesi. Dal Philips Stadion al Chinetti ne sono passati undici: 20 agosto 2013, 15 luglio 2014. Undici mesi per rimettere la firma nel tabellino dei marcatori. Il contesto in questi casi perde qualsiasi significato, specialmente per un attaccante. Un preliminare di Champions o un’amichevole estiva a cinque minuti di pullman da Milanello fa poca differenza quando devi riprenderti fra le mani una carriera. Investitura – Ieri Stephan ha fatto gol. Semplicemente gol, ma di semplice c’è poco a 21 anni se un guaio dopo l’altro ti tolgono di scena per sei mesi. E’ dura da accettare, è dura guardarsi allo specchio con le stampelle e convincersi che tornerà tutto come prima. Frasi che fanno molto sceneggiato americano ma che in realtà non consolano. Stephan però ha potuto contare su due aiuti fondamentali: la famiglia, che non lo lascia mai, e il Milan, che gli è stato vicino e lo ha aspettato senza fretta. Rimettendolo al centro del progetto al momento giusto: all’inizio della stagione quando, come sottolinea Inzaghi, si riparte tutti da zero. Soprattutto in una stagione come questa. Prima si è speso per lui Montolivo: «Se ricomincia come ha finito lo scorso campionato, farà molto bene. Punto tutto su di lui». Il sigillo sull’investitura è arrivato da Barbara Berlusconi: «Mi aspetto di vedere qualcosa di speciale da Stephan, perché è un talento». E Stephan si aspetta di tornare a fare ciò che ha fatto nella seconda parte del 2012. Un gol dopo l’altro. Tridente – Ora che il piede sinistro gira senza problemi ci si può dedicare di nuovo alla tattica. Agli allenamenti intensi. Anche fuori «orario di lavoro» perché di tempo se n’è già perso abbastanza. Ad aspettarlo c’è quel 4-3-3 che sembra confezionato apposta per lui. Un tridente vero, dove può partire largo a sinistra e tagliare verso il centro, proprio come ha fatto ieri. Un gol intelligente, perché ha capito dove e come gli sarebbe arrivato quel pallone prima che Zaccardo lo calciasse. Pazzini gli ha portato via l’uomo, lui ha anticipato il difensore e l’ha messa nell’angolino, contro il palo, che poi gli ha restituito la palla fra i piedi. Un piccolissimo risarcimento della malasorte. «Il gol è stata una bella liberazione», ha raccontato Stephan a fine gara col sorriso un po’ strozzato di chi ne ha viste troppe e non si azzarda a farsi prendere eccessivamente dall’euforia. Ma l’inizio è incoraggiante, questo nessuno glielo può togliere. I primi due test danno ragione alle scommesse di Montolivo e Barbara. Loro aspettano Stephan, e anche Stephan aspetta qualcosa di importante: «L’obiettivo è essere convocato per Italia Olanda di settembre». Quella Nazionale che il doppio infortunio gli ha strappato di mano e che può riprendersi attraverso il Milan. «Ho voglia di riscatto, e come me tutta la squadra. Ci sono tutti i presupposti per una bella stagione. Voglio ricominciare bene, il 4-3-3 è il mio modulo preferito e sento molto la fiducia di Inzaghi. Con lui avevo un ottimo rapporto già da compagno, il suo arrivo ha portato voglia ed entusiasmo. Balotelli? E’ un grande giocatore, lo aspettiamo». Questione di attese. Quella del gol finalmente si è conclusa.

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