Vincenzo Spadafora e il piano per ripartire col calcio

Il Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora è intervenuto al Senato esponendo quale deve essere il programma per il rilancio dello Sport a 360 grado. Si parla molto spesso di calcio perché è uno di quelli principali e più seguiti in Italia, però in realtà non è l’unico sport.

Ecco perché il ministro è voluto intervenire a 360 gradi, spingendo un po’ per la ripartenza di tutte le discipline. Infatti, ha incontrato i lavoratori e i rappresentati del mondo del calcio e della FIGC. Ha spiegato che anche da parte del Governo c’è la volontà di ripartire capendo quello che è non solo il valore sportivo, ma anche economico e sociale del mondo del calcio.

L’obiettivo chiaramente resta sempre quello di tutelare la salute dei cittadini come priorità. Spadafora ha spiegato che bisogna spiegare studiare un programma per ripartire con gli allenamenti almeno dal 4 maggio.

La ripartenza e il piano spiegato da Vincenzo Spadafora

Con le sue parole, il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha spiegato al Senato che una volta che si è deciso quale potrà essere il programma degli allenamenti a partire dal prossimo 4 maggio, sarà necessario anche ragionare sulla ripresa del campionato. C’è l’obiettivo di tutelare la salute degli addetti ai lavori e degli sportivi, in modo tale da non mettere inutilmente a rischio la loro vita. Il Governo sta aggiornando tutte le possibilità da mettere in campo. Il protocollo per far ripartire la serie A prevede di avere camere per il giocatore negli allenamenti ed inoltre, si devono prenotare degli hotel in modo tale che gli spostamenti siano ridotti ai minimi termini. Molti club intanto, come anche Sampdoria, Torino e Brescia hanno firmato un documento dicendo che questo protocollo potrebbe essere ancora ricco di alcuni criticità che vanno risolte. In più continuano ad esserci dei giocatori potenzialmente positivi.

I limiti economici del protocollo di sicurezza

La bozza di protocollo di sicurezza presentata da Vincenzo Spadafora non potrà essere messa in campo da Club come quelli della Lega B o quelli della Lega Pro perché per ragioni economiche e infrastrutturali non le possono mettere in campo.

Adesso si parte, comunque dalla serie A e poi la FIGC ragionerà su come fare per garantire anche queste attività sportive di categorie inferiori.

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