Il mondiale coreano, un furto avallato da Blatter ?

Che Blatter non fosse di certo una figura amata dagli italiani era cosa arcinota, che tutti nel nostro intimo pensassimo a Sepp Blatter come l’incarnatore del male del calcio da estirpare è un pensiero largamente condiviso tra gli appassionati di calcio italiani, ma per tutto il male che si potesse pensare nessuno avrebbe mai ipotizzato che la logica della corruzione e del malaffare fosse alla base di certe scelte spesso inspiegabili.

E’ normale oggi ricollegare le delusioni mondiali patite nel corso del mondiale sud coreano del 2002 alla gestione “criminosa” del mondo del calcio perpetrata per decenni dai vertici della Fifa.

A quando uno sconosciuto arbitro colombiano, ne fece di cotte e di crude agli azzurri per eliminare l’Italia dal mondiale appannaggio della nazionale organizzatrice. Per il momento le uniche tangenti accertate sono quelle relative alla coppa del mondo del2010 ma non ci scandalizzeremmo affatto se scoprissimo palate di mazzette anche in occasione dei mondiali del 2002 .

“Carraro disse che avrebbe parlato in Italia, io fui l’unico a dire subito che si trattava di una truffa”. Questa l’opinione espressa al Corriere dello Sport da Raffaele Ranucci, allora capo delegazione della Nazionale ai Mondiali e oggi senatore del Pd.

Ranucci nell’intervista al quotidiano rincara la dose, ricordando lo smacco del 2006, quando Blatter si rifiutò di consegnare il trofeo all’Italia: “L’inchiesta dimostra che i nostri sospetti erano veri. Qui c’è una commistione tra economia, calcio e politica. Noi fummo mandati a casa, la Corea aveva il presidente federale candidato anche alla guida del Paese. Spesso la Fifa ha influenzato anche la politica. E di sicuro, se porta un mondiale in certi paesi, ha interesse che la squadra locale abbia un buon successo e che vada avanti il più possibile, per le tv, per gli sponsor… E ricordiamoci anche di Blatter che non ci venne a premiare a Berlino nel 2006

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