Ancelotti, l’Italia resta lontana: “Non ci torno”

Fuga di cervelli anche nel mondo del calcio. Carlo Ancelotti, dopo diverse esperienze maturate all’estero, in particolare alla guida di Chelsea, Psg e Real Madrid, non sembra avere molta nostalgia dell’Italia e del campionato italiano. Lo ha ribadito lo stesso Ancelotti a chiare lettere, stamane, ai microfoni della trasmissione Radio Anch’io lo sport.

Nel futuro di Ancelotti, dunque, c’è l’estero. Il presente si chiama Real Madrid. Queste le sue parole, non propriamente riconcilianti verso il calcio italiano:“Potrei anche decidere di smettere. Per ora voglio vivere altre avventure all’estero e conoscere nuove culture sportive. In Italia alcune squadre sono ostaggio di tifosi senza cervello. All’estero, tra Inghilterra, Francia e Spagna, mi sono sempre trovato molto bene. L’esperienza che sto vivendo, per ora, lontano dall’Italia è molto soddisfacente. Il calcio italiano, comunque, rimane sempre molto competitivo. Ciò che non mi piace è l’ambiente che si crea. Gli stadi sono spesso vuoti, la violenza si nota sempre più, ma non sono questi i motivi per cui non torno.

Le critiche nei confronti delle grandi squadre sono la normalità, anche qui al Real Madrid. Comunque non si va al di là di qualche fischio. Roba come gli striscioni offensivi o giocatori ostaggio di tifosi senza cervello sono cose che non rientrano nella cultura sportiva spagnola. In questo senso il Real Madrid ha fatto un grande lavoroMi sembra difficile un futuro all’Inter. Resto fedele al mio passato, anche se da bambino tifavo nerazzurro. Anche alla Nazionale potrei pensare in futuro.

Ora voglio allenare tutti i giorni e lavorare sul campo con i giocatoriMagari un giorno mi passerà la voglia di far tutto e smetterò. La mia squadra sta bene ora. C’è stata una leggera flessione a febbraio dovuta ad alcuni infortuni, ma adesso è tutto passato. Speriamo di essere competitivi in Champions. Non sono preoccupato per il ritorno dei quarti con l’Atletico Madrid. È una sfida importante, che affrontiamo con ottimismo. Il Bernabeu pieno rappresenterà una spinta in più”.

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