Il mercato del Milan è low cost, dopo Menez arriva anche Diego Lopez

Il Milan punta al risparmio infatti quest’anno sono arrivati molti giocatori a parametro zero mentre altre Galliani è riuscito a strapparli con un grande sconto.

Dopo il trauma del 2012 con la cessione di Ibra e Thiago Silva al Psg, eppure i tifosi rossoneri ancora faticano ad accettare la “nuova” situazione. Abituati alla grandeur berlusconiana, quando un Pallone d’Oro come Papin o un genio come Savicevic – tanto per fare due nomi – venivano acquistati per la panchina o solo per il gusto di strapparli alle altre big d’Europa, adesso devono rassegnarsi a un mercato costruito su parametri zero come Alex e Menez.

È l’estate più pesante, in questo senso, perché il Milan non può contare neanche sugli introiti Champions. E allora si cerca una formula con pagamento dilazionato per arrivare a Cerci. Soprattutto, diventa prezioso un altro regalo del Real: l’anno scorso Kakà, stavolta Diego Lopez. Un omaggio di Florentino Perez all’amico Galliani, che ieri a Forte dei Marmi ha chiuso la trattativa con il manager del portiere: quadriennale da 2,5 milioni a stagione per questo 33enne spagnolo capace di relegare in panchina un eroe nazionale come Casillas. E zero euro al Real Madrid, che pure l’aveva pagato 3.5 milioni un anno e mezzo fa: ma gli amici, si sa, si vedono nei momenti difficili. È diventato un Milan low cost, sì: a fatica, cambia pelle e filosofia. Ormai i top player vanno altrove, qui si punta sui giovani. A partire dall’allenatore: Inzaghi ha festeggiato i 41 anni a pranzo con Galliani – sempre a Forte dei Marmi, Bagni Minerva – e i fedelissimi Abate, Bonera, Abbiati e Pazzini. Insomma gli italiani che avevano silurato Seedorf si schierano compatti con Pippo.

Quando non ci sono i soldi, dev’esserci il gruppo. Certo le prime prove hanno fatto venire i brividi anche a Berlusconi: dieci gol subiti in tre partite negli Usa e il presidente che già manifestava dubbi sull’allenatore troppo acerbo. Il 3-0 al Chivas ha rimesso per ora le cose a posto: diamo fiducia al ragazzo, magari ci sorprende. Come ha sorpreso Niang, improvvisamente vivo e subito tolto dal mercato. Perché c’è un’altra regola fondamentale in epoca di spending review: recuperare i talenti che hanno rischiato di perdersi. Dal francese a El Shaarawy, da De Sciglio a Balotelli.

Ecco, ieri il cupo Mario ha perfino twittato un sorriso: “Vedete, a volte lo faccio anche io”, il commento. Che l’allegria compensi la mancanza di top player, insomma. Difficile che sia sufficiente per tornare in Champions, però, se Berlusconi non si concederà almeno uno strappo alla regola del risparmio: allora su Cairo, altro amico del Milan, il pressing per Cerci resta intenso. Ieri sera in Versilia nuovo incontro, il presidente del Torino chiede 18 milioni ma si cerca una formula con prestito oneroso e riscatto da pagare in più anni che possa rendere fattibile l’operazione.

D’altronde è lui, l’ala granata, il vero regalo atteso da Inzaghi, che per ora festeggia la firma di Diego Lopez: «Portiere d’esperienza, migliora la nostra rosa e le aspettative. Taarabt a Ferragosto? Vediamo». In realtà Galliani si è raffreddato sul marocchino: la strategia prevede l’arrivo di un giocatore importante – appunto Cerci – oppure meglio restare così. Campbell l’alternativa, Pandev il ripiego. «Sono contento, la società sta facendo le cose al meglio: dobbiamo essere pronti per il 31 agosto», dice Inzaghi. Un mezzo sorriso scappa pure a Pippo, ma sa bene che il Milan di quando lui vinceva la Champions era di un altro pianeta: sono passati sette anni, sembra una vita.

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